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Optometria..." The Mission "

Un po di storia

Optometria, la missione della ns. vita professionale.

Premessa:  nella storia delle umane vicende, il caso, la combinazione, l’occasione irripetibile, hanno, da sempre, giocato un ruolo essenziale, a volte comico, nell’avvicendarsi degli eventi.

Questo è vero anche nel nostro caso.

Le radici …

Non cominceremo da Adamo ed Eva…. ma quasi…

Il Professore Vasco Ronchi 

(1897-1988) fondatore e "deus ex machina" del “Regio Istituto Nazionale di Ottica” con sede ad Arcetri, assai utile allo sforzo militare per la progettazione di strumenti ottici ad uso militare: telemetri, mirini ottici, binocoli, cannocchiali ecc.ecc......sposò una certa Edda Suckert sorella di Kurt Suckert (il vero nome di Curzio Malaparte) molto introdotto nei piani alti del Regime Fascista e ben noto a Benito Mussolini tanté che, nel 1928, ottenne la prima legge che in Europa che regolava 

“la Professione Sanitaria NON medica di Ottico” alla quale nel 1931 seguì il regolamento.

Poi, per molti anni, per quello che ne sappiamo, se escludiamo certe azioni per regolarizzare le situazioni acquisite, il nulla assoluto.

Certo, ci fu qualche pioniere di alto livello (i Romeo Frescura, i Luciano Vettore e pochi altri) che fecero cose di grande valore professionale.

Per quei tempi, addirittura incredibili.

Si tratta però di fatti singoli ed isolati che poco incisero sulla generale apatia professionale.

Ma…. Nel 1957 furono firmati i trattati di Roma che prevedevano, oltre  la libera circolazione di  merci e di uomini, anche un regolamento per le arti e mestieri e cioè un omologazione di scuole e competenze a livello di MEC.

I burocrati di Bruxelles videro subito magnifiche occasioni per formare delle belle commissioni

Ben remunerate e capaci di “accasare “ i vari  “cavalli di razza” dei vari partiti politici "trombati" alle elezioni.

Una di tali commissioni era il “Comitato Economico e Sociale” che aveva l’incarico di “omologare” le regole (studio e competenze) delle varie professioni, dai medici agli avvocati ed, infine, anche quella degli ottici.

Medici e avvocati si misero subito al sicuro, rimandano alle Calende Greche tutto quanto avrebbe potuto disturbarli.

I componenti delle “Commissioni” non erano eletti ma nominati dai partiti delle sei nazioni aderenti al MEC.  Greppie dorate con viaggi a Bruxelles profumatamente pagati, emolumenti mensili e pensione assicurata.

Quale incarico migliore per i “cavalli di razza” dei vari partiti:

Gentili, accoglienti, pronti ad ascoltarvi, su appuntamento, a Bruxelles o nelle loro città di residenza durante i week-end che trascorrevano a casa.

Ci fu un grande scambio di progetti elaborati dagli ottici da cui avrebbe dovuto uscire una legge  “comunitaria”.

Poiché l’Inghilterra non aveva ancora aderito, la legge “migliore” era quella italiana che consentiva agli ottici di correggere la miopia e la presbiopia. 

L’altra legge, quella Francese firmata da Petain tre giorni prima dell’arrivo degli Alleati a Vichy, proibiva e proibisce ancora l’uso di qualsiasi strumento oggettivo e soggettivo e qualsiasi tipo di esame.

Nel Benelux non c’erano leggi. (sono state fatte dopo il 1957). 

In Germania gli “Augenoptiker” fedeli al loro DNA ubbidivano alle Sparkencasse.  E basta.

In Italia, i trattati di Roma solleticarono alcuni oculisti “illuminati”.

Non erano molti ma il loro potere politico era tale che bastò per chiedere al Ministero una revisione della legge sugli ottici in vista delle “omologazioni” del MEC.

Il Ministero non perse l’occasione di istituire una bella “commissione” con gettoni di presenza ecc.ecc. .

Di essa facevano parte i burocrati del Ministero, un oculista nominato dagli “illuminati” ma…mancava un ottico e quindi .........dove sarebbe finita la democrazia ?.

In assenza di associazioni nazionali, e ignorando quegli sparuti gruppi che facevano capo ai ras locali, dove trovare un ottico ?.

Miracolo !

Un usciere del Ministero si ricordò che un suo cognato , maresciallo dell’esercito, si era congedato per aprire, a Roma, un negozio di ottica.

Ecco trovato “il commissario” con ben un anno di esperienza (sic!).

In quel periodo gli ottici cominciavano a perdere  “l’esclusiva” della vendita degli occhiali da sole.

La ditta Mazzucchelli, aveva invaso le bancarelle con occhiali, per la verità assai bruttini, che, insieme ai “Polaroid” e ai Ray-Ban che arrivavano di contrabbando dagli U.S.A, via Svizzera, cominciavano a rosicchiare una fetta di mercato.

Il nostro “commissario” non aveva un gran mercato di occhiali da vista, mentre, data la posizione del suo negozio se la cavava assai bene con la vendita degli occhiali da sole e….le bancarelle, cominciavano a innervosirlo.

I lavori della commissione non furono brevi, anche per via dei gettoni di presenza, ma alla fine si concluse con l’elaborazione di una legge che avrebbe dato “in esclusiva” agli ottici la vendita degli occhiali da sole, in cambio del divieto di qualsiasi “esame della vista” .

Notare che a quei tempi tutti, o quasi, annunciavano a grandi lettere “ESAME DELLA VISTA GRATUITO” cosa che innervosiva non poco gli “illuminati” togliendogli un bell’introito.

Gli occhiali da sole in esclusiva e proibiti sulle bancarelle parvero un ottimo boccone al maresciallo che, presidente Mentasti, si iscrisse all’AIO.

Gli “illuminati” trovarono, senza molta fatica peraltro, un deputato che presentò alla Camera la proposta della “Commissione”.

Ma…tra i deputati c’era un tipo che si ricordò di avere un amico in Belgio che faceva l’Ottico e, visto che la sede del MEC era proprio a Bruxelles, pensò che….magari ….potesse interessarlo.

Ceeerrrtttooo....  che lo interessò.

Quell’ottico di Bruxelles scese all’Hotel Manin di Milano.

Si chiamava "Jean Thiriart"

Optometria, la missione della ns. vita professionale.

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