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AWARD ARMAND BASTIEN

Vision Ottica AWARD

Ottobre 2014

Milano "Bicocca"

Facoltà di Ottica & Optometria

Signore, Signori,

tra poco alcuni di voi riceveranno il Diploma di Laurea in Ottica e Optometria che rappresenta il coronamento di un impegnativo corso di studi.

Alcuni riceveranno un premio per la miglior tesi di laurea che quest’anno è dedicato alla memoria del Dott. Prof. Armand Bastien decano della Facoltà d’Optometria dell’Università di Montreal.

Io sono stato invitato, dal mio amico Jeff Longoni, con il quale ho condiviso per circa quaranta anni sia l’esercizio della professione che la lotta per vederla riconosciuta a ricordare il Professor Bastien.

Se Jean Thiriart , fondatore e Presidente della Società d’Optometria d’Europa è stato il padre politico della nostra professione il Prof. Bastien ne è stato il padre scientifico.

Oltre a considerarlo il mio Maestro ho anche avuto l’onore e il piacere di frequentarlo personalmente sia in Italia, ospitandolo a casa mia, che di essere a mia volta suo ospite a Montreal nella Facoltà  e anche  nel suo studio privato, dove ho potuto toccare con mano come la professione veniva esercitata

Anche in quell’occasione ero in compagnia di Jeff Longoni di Saronno oltre a Ugo Frescura di Asti, Riccardo Perris di Rho e Sergio Berti di Roma.

Sono certo che il modo migliore di ricordare Armand Bastien, Canadese di profonda cultura Francese,  non sia il classico “coccodrillo” ma cercare di trasmettere quello che lui ci ha trasmesso e che credo  sia drammaticamente attuale.

Nell’ Ottobre 1970, ben 44 anni fa,  il Professor Armand Bastien venne in Italia su invito della Società d’Optometria d’Europa e proprio qui a Milano tenne il suo primo corso “L’esame e il trattamento visiogenico dello strabismo e dell’ambliopia”.

Quando cominciò a parlare, ci parve di sognare: il nostro background di occhi troppo corti e troppo lunghi di occhio/macchina fotografica venne sbriciolato da affermazioni quali:

La visione è una funzione appresa.

La visione è motricità.

Una buona messa a fuoco è la risultante di un circuito visivo ben equilibrato. 

Sul piano funzionale, i modelli dell’occhio troppo lungo, troppo corto o deformato, non hanno che un valore molto relativo, poiché non tengono conto che di un aspetto molto limitato del sistema visivo.

Capita che problemi come la miopia, l’ipermetropia, l’astigmatismo, siano legati a dei problemi di rendimento visivo.

Molto più di frequente, capita di trovare dei gravi problemi di rendimento visivo in assenza di miopia, d’ipermetropia, d’astigmatismo, e magari con un acutezza visiva di 10/10.

Arnold Gesell nel 1949 pubblicò 

“ Vision is developement in infant and child” 

LA VISIONE E IL SUO SVILUPPO NEL NEONATO E NEL BAMBINO

Basandosi su decine di migliaia di metri di pellicola girata attraverso una cupola di vetro, al centro della quale si trovava un neonato assistito da due persone, questo studio dimostrò quali fossero le tappe  che man a mano il bambino completava per giungere a “dare un significato” .

 “ ...a dare un significato...”  sottolineo ed enfatizzo questa frase: la pronuncerò ancora in questa chiaccherata.

Nel 1970, l’istituto di Visiologia del Quebec pubblicò una serie di testi fondamentali per una moderna concezione della funzione visiva. 

Ne furono stabilite le basi in cinque distinti processi:

La filogenesi: lo studio dell’evoluzione delle speci.

L’ontogenesi: cioè lo sviluppo dell’individuo che altro non è  che una rapida  ricapitolazione della filogenesi.

E’ la legge di Haechel , enunciata nel 1866:

“prima di camminare come un uomo, il bambino si muoverà come un      primate...

...prima di muoversi come un primate si muoverà come un mammifero...

...prima di muoversi come un mammifero i suoi movimenti saranno quelli di un rettile ....

La terza nozione che bisogna considerare è  che, l’organismo umano, quale oggi l’osserviamo, procede allo sviluppo di tre sistemi: quello corticale, quello viscerale e quello scheletrico.

In effetti, da molto tempo, biologi ed embriologi hanno osservato che l’embrione presenta tre strati ben distinti :

l’ectoderma, il mesoderma, e l’endoderma, il cui sviluppo creerà rispettivamente e grossolanamente:  il sistema nervoso, il sistema d’azione, le viscere e le ghiandole che assicurano l’equilibrio interno dell’organismo.

In quarto luogo, sempre su basi biologiche, la visione sottintende tre processi: l’emmetropizzazione, la binocularizzazione, e l’identificazione.

Il futuro uomo, nel corso della sua ontogenesi, compirà diverse tappe di sviluppo e questo percorso presenta , come dimostrarono Burcier e Succhielli nel 1963, dei momenti cosi detti “fragili”.

Infine, è quindi ragionevole pensare che, degli agenti stressanti che agiscano in maniera compulsiva sull’organismo, durante questi momenti di fragilità, possano produrre dei blocchi o dei problemi nelle strutture e nell'evolversi  d’uno o più processi in via di sviluppo.

Quella a cui ho brevemente accennato è la base teorica della rieducazione visiva: attività  d’elezione per un optometrista.

Fare ripercorrere tutte le tappe dello sviluppo della visione al fine di rinforzare o addirittura reimpostare quelle che, per cause interne e/o esterne, non fossero state completamente compiute.

La visione è motricità.

Faccio un esempio banale: se volete capire di che tipo di stoffa si tratti non vi basta toccarla. 

È il movimento dei polpastrelli che invierà al cervello i dati necessari per l’identificazione.

Allo stesso modo sono i continui movimenti saccadici, dai 600 ai 700 al secondo che mandano al cervello le informazioni necessarie ad una rapida e precisa identificazione.

Esercitare l’optometria non è quindi “mettere le immagini sulla retina" ma intervenire sul più importante canale attraverso il quale l'uomo attinge informazioni dal mondo che lo circonda. 

La Visione  è, senza alcun dubbio, il più importante trait-d'union tra l'uomo e l'ambiente ed è compito precipuo dell’ Optometrista rinforzare ottimizzare manutenere questo trait-d'union.

L’uomo deve “imparare a leggere per poi  leggere per imparare”.

La lettura, non è solo lo scopo della scuola primaria, ma un mezzo per raggiungere lo scopo finale dell’insegnamento:

la trasmissione delle conoscenze.

L'apprendimento della lettura è la capacità di "dare un significato "a dei di per se insignificanti, segni grafici.

Questo apprendimento rappresenta una condizione estremamente drammatica, critica, difficile a causa dell'enorme quantità di energie che assorbe.

Darrel  Boyd Harmon dimostrò, nel 1946, che esistono delle scuole che sono fabbriche  di miopi,  di ipermetropi,  di astigmatici.

La principale associazione degli Ottici Italiani, nel 1983,  finanziò e realizzò in Italia due scuole : una a Ispra e una a San Ferdinando di Puglia, progettate secondo i dettami di Harmon che ritenevano di primaria importanza la postura e l'illuminazione per creare condizioni ottimali all'apprendimento.

In sintesi: le forze psicofisiche che un bambino può destinare all'apprendi-mento sono inversamente proporzionali a quelle richieste per adattarsi all'ambiente.

Più l'ambiente sarà inadatto o poco adatto più forze saranno utilizzate  per adattarsi e MENO ne resteranno da utilizzare per l'apprendimento che, come abbiamo detto, è un divoratore d'energia.

Se un bambino dovrà utilizzare una grande quantità di energia e cioè di sangue e di ossigeno e di stimoli nervosi per rendere possibile e fluido il funzionamento delle masse muscolari che gli permettono di mantenere l'equilibrio su una sedia sgangherata o semplicemente perché sta seduto sul bordo e si dondola, quanta ne resterà da fornire ai neuroni e alle sinapsi che  presiedono alla decodificazione e all'immagazzinamento delle informazioni?.

Spero di avere acceso una scintilla o meglio di avere lanciato una granata, nel melting-pot delle vostre informazioni. 

Se così fosse avrei raggiunto il mio obbiettivo.

Se cosi fosse riterrei di avere degnamente ricordato il Professor Bastien che non solo ci ha aperto gli occhi sulla moderna Optometria ma che non chiudeva un corso senza avere dedicato una mezzora a come la professione avrebbe dovuto essere esercita e all’etica a cui doveva sottendere.

Grazie per l’attenzione.

Gianni Rehak, Optometrista S.O.E.

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